Caro Junior,
sappi che fra pochi giorni lascerò quest’agenzia per andare a servire hotdog in un chiosco a Kreuzberg, Berlino Ovest.
Ma prima di lasciarti da solo, vorrei darti qualche consiglio per invecchiare in fretta. E bene.
1 – Ascolta tutti ma ricordati solo di una cosa: il nostro lavoro è soggetto al cliente.
Quindi: o hai la fortuna di trovare un cliente illuminato, oppure sarai costretto a dire e fare come vuole lui. Il tuo compito sarà sempre quello di tirare la fune del buongusto dalla parte del cervello e non lasciare che il marketing domini il mondo. E anche se questo alla fine accadrà inesorabilmente, non crucciarti. Combatti fino all’ultimo feedback. Vedrai che qualcosa ti verrà riconosciuto.
2 – Non ridere di alcuni spot in TV che appaiono poveri, ingenui e oggettivamente imbarazzanti.
Ricorda che intanto c’è qualcuno che è riuscito a produrre uno spot (non è cosa di tutti i giorni, ultimamente) e riconosci lo sforzo che i creativi hanno fatto per rendere un minimo interessante quell’obbrobrio. Forse, senza di loro e nelle mani del solo cliente, sarebbe stato ancora peggio.
Ah, parli dello spot di quello che finge di non vedere la scatola di pastiglie per il mal di testa che ha proprio lì, cazzo, lì davanti? Ok, quello no. Quello peggio di così non poteva venire.
3 – Non credere mai agli account, ma impara a fidarti di loro. Questi esseri, a differenza nostra, hanno un’idea generale del budget in ballo e, anche se a volte mettono un po’ troppo il becco tra le nostre carte, possono capire se una cosa si può fare oppure no.
Ma in ogni caso, solo il direttore creativo può cassarti un’idea. Nessun altro: ricordatelo.
Per quanto riguarda poi le scadenze che ti impongono, non curartene. Gli account mentono. Mentirebbero anche a San Pietro, se ne avessero l’opportunità. Quindi, ogni volta che ti danno una deadline, tu dovrai prendere quella data e applicare questa formula concepita da Leonardo da Vinci: solo così saprai ricavare la vera scadenza del lavoro.
“a” sta per la vera scadenza
“A” sta per la scadenza che ti hanno comunicato gli account
“r” sta per il numero dei creativi coinvolti nel brief
“q” sta per il numero delle proposte richieste dal cliente
PS: al risultato devi aggiungere “+10” se si tratta di una gara.
4 – Fuggi dai direttori creativi che non ti coinvolgono mai. O che ti ritengono “troppo giovane”.
5 – Fuggi dai direttori creativi che non sanno mai cosa fare, che ti affogano nell’urgenza con frasi tipo “mi raccomando…” oppure “è importante…” oppure “mi sa che qui si farà un bel po’ tardi…” e poi escono alle quattro. Del pomeriggio.
6 – Isola i colleghi che rubano le tue idee. Più saranno soli e meno idee avranno.
7 – Assapora a fondo i momenti in cui un tuo lavoro viene apprezzato, oppure quando qualcuno ti fa i complimenti.
Tranne un account. Se a farti i complimenti è un account, stai tranquillo che la presentazione è andata uno schifo.
8 – Ama i senior che vogliono farti crescere e che riconoscono i tuoi meriti in pubblico. Non c’è creativo più debole di chi, per paura che un giovane possa metterlo in ombra, tende a nasconderlo dietro di sé. Se ciò dovesse accadere a te, sappi due cose:
– egli è di scarso valore
– tu sei un figo
9 – Tutto quello che ho scritto finora, può essere riletto al femminile.
10 – Sii curioso. Ma soprattutto, sii umile.
Perché il gradasso che si sente arrivato dopo nemmeno un anno di agenzia dà fastidio anche al più buono dei creativi. E, al primo errore, resterà solo.
Io vado. Stammi bene.
Un abbraccio,
Lutile
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Non perdere la raccolta di tutte le lettere di Van Gogh sulla pubblicità!
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L’ha ribloggato su 50 sfumature di una EX calciatricee ha commentato:
Parole bellissime!
Grazie mille!
Carino, molto carino 🙂
Grazie Gabriele 🙂
Insegnami come trovare lavoro a kreuzberg. Vendere kurry wurst va benissimo.
Firmato, un ex copy ( ex da quando mi svelerai il segreto)
Il kurry non ha più mercato. Me l’ha detto un cugino dello zio di un mio amico. Islandese.
Ma you made my day
Ciao,
un amico mi ha segnalato il tuo post, mi sono divertito molto a leggerlo, ma da account manager non nascondo di aver storto il naso un paio di volte – è vero non ti sto mentendo 😉
Prima di entrare nel mondo delle agenzie, ho conseguito un master in gestione dei processi creativi. 8 anni fa in Italia mi ridevano in faccia, oggi qualcosa inizio a vederla. Perché ti dico questo? Perché in questo master ho studiato la creatività e i sistemi che la producono per fare business. Sì business, perché, che ci piaccia o no, non dobbiamo mai dimenticare che le agenzie di pubblicità o comunicazione non sono le botteghe degli artisti (eppure anche in tal caso alcuni lo facevano solo per guadagnare soldi) ma sono aziende con un loro modello di business. Ciò non vuol dire che non sia possibile dare un valore o una connotazione artistica a ciò che produciamo e vendiamo, ma vuol dire che è comunque un tipo di creatività finalizzata quasi sempre alla vendita di qualcosa, che sia un prodotto o un brand.
Se, per valori personali, non si accetta questo concetto di base, è assolutamente legittimo e condivisibile. Dobbiamo ricordarci che possiamo sempre scegliere di fare gli artisti di strada e aspettare che i passanti diano valore a quello che creiamo, dai 0,10 a 1,00 euro circa, senza lamentarci se non lo comprendono.
Perdona il pizzico di cinismo, ma in pubblicità e comunicazione, a volte aiuta a essere un po’ più pragmatici, almeno secondo me.
Ad ogni modo voglio acquistare una delle tue t-shirt, immagino sia fuori questione chiedere uno sconto, dopo il mio commento. 😉
Antonio
Bravo Antonio, il tuo ragionamento è giusto.
Premettendo che tutti lavoriamo per i soldi e che i tempi d’oro dove gli spot si pagavano tanti milioni di lire sono finiti da un pezzo, bisogna in effetti fare i conti con il marketing.
La mia “lettera” sotto sotto dice questo… ma fa anche riflettere su certi atteggiamenti che hanno alcuni account vittime dei clienti.
Poi, come ti avranno insegnato, in pubblicità il grigio non può esserci: o sei bianco o sei nero.
Nel senso: scegli una posizione chiara e il messaggio lo sarà di conseguenza.
Quindi, se io avessi detto “Gli account sono un po’ rompiballe però alla fine sono anche utili” avrei fatto la fine di chi non sceglie di raccontare una storia, ma di chi cerca di salvare tutto e tutti. E sarebbe stato misero. Banale. Non interessante.
Tutti i miei post sono ironici, devono esserlo. E vivendo l’agenzia da vicino, so bene che siamo tutti sulla stessa barca (la mia maglietta è per tutti, infatti.. 🙂 ).
Per concludere, posso dirti che ho scritto post sui Direttori Creativi ben più aspri e spiazzanti. Insomma… ce n’è un po’ per tutti! 😉
Un abbraccio (alla Morandi),
Lutile
Pingback: Lettera di un Senior a un Junior. | Spider Lab
ci sarà un motivo se il Senior va a vendere hot-dog!
Articolo fantastico!